domenica 12 maggio 2013

IL RIVOLUZIONARIO DA SALOTTO



Alle ultime elezioni, il rivoluzionario da salotto aveva consegnato a Beppe Grillo ed ai suoi parlamentari il mandato per la rivoluzione che doveva essere rapida e risolutiva.
Lui, in ciabatte, riguadagnava la sua postazione in salotto, davanti alla televisione a controllare che la rivoluzione si fosse realizzata nei tempi e nei modi mirabilmente definiti tempo addietro in accalorate discussioni al bar. 
Il mandato dell'elettore rivoluzionario era chiaro: tutto, presto e bene. massimo in un mese, mentre lui attendeva impaziente seduto in poltrona.  
Dovevano saperlo Grillo e i suoi parlamentari come uscire dal pantano politico, frutto di decenni di malapolitica. Il mandato era chiaro, all'insegna del cambiamento e della rivoluzione, poi se ci fosse voluta una grande coalizione, un inciucio (meglio chiamarlo governo di scopo) questo non era affare che riguardava il rivoluzionario da bar, lui guardava e giudicava.

La sua rivoluzione l'aveva già combattuta nella cabina elettorale, lui solo contro tutti, senza che nessuno vedesse dove aveva apposto la sua croce con la matita (fosse mai che qualcuno venisse a saperlo).

Sono già passati più di due mesi dalle elezioni e finora Grillo ed i suoi hanno detto di no a tutto.

Il rivoluzionario da salotto è giustamente molto deluso, minaccia di non votarlo più, pensa quasi di dover riprendere in mano il suo il forcone (momentaneamente deposto in fianco al bancone del bar), ma non è ancora il momento.
Lo utilizzerà in vicinanza delle prossime elezioni.
Tra poco ripartirà dal solito bar vicino casa, dove tra un aperitivo e l'altro, sfidando folle di ben due-tre persone la volta ricomincerà le sue coraggiose battaglie senza confine.
Non sa se la prossima volta voterà PDL o PD, lo deciderà più avanti, in funzione di chi gli farà le promesse più allettanti. Di certo non voterà più Grillo, non merita più il suo voto, la delusione è profonda: non ha fatto il governo, ha detto di no a tutti e a tutto, non è quasi mai uscito in televisione (a raccontare fandonie come gli altri), mentre lui, il grillino rivoluzionario, attendeva che venisse cambiato il mondo, coraggiosamente seduto sul divano di casa.

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