domenica 6 marzo 2016

Noventa Padovana/Redditodi cittadinanza e microcredito alle PMI: mano tesa a chi è rimasto indietro

Il reddito di cittadinanza del m5s è una mano tesa a chi è rimasto indietro per colpa della crisi. Famiglie con o senza figli, giovani che cercano lavoro, disoccupati e pensionati ma anche lavoratori autonomi che non raggiungono la quota dei 780 euro mensili  –  Così parte la relazione della senatrice Nunzia Catalfo,  prima firmataria del disegno di legge  “ Istituzione del reddito di cittadinanza nonché delega al Governo per l’introduzione del salario minimo orario ”, alla serata svoltasi venerdì presso l’auditorium Santini –  Se ci sei solo tu il tuo reddito viene integrato fino a 780 euro ma se nella tua famiglia ci sono più persone allora aumenta anche il reddito. Se siete in due la cifra arriva a un massimo di 1170 euro e se avete due bambini arriviamo a 1638 euro; in cambio però devi darti da fare, frequenti corsi di formazione, dedichi 8 ore la settimana per la collettività, ti metti subito a disposizione per lavorare e alla terza offerta di lavoro rifiutata perdi il reddito e la tua occasione per entrare in pista. Non è assistenzialismo ma una vera e propria manovra economica con cui mettiamo in moto i consumi e il Paese. Quanto costa? 17 miliardi di euro, solo l’uno per cento del pil. E i soldi ci sono eccome: tagliamo le pensioni d’oro, i costi della politica, le spese inutili e diamo dignità e diritti ai cittadini. Esiste già in tutti i paesi europei, tranne Italia, Grecia e Ungheria. Non impegnale risorse sempre allo stesso modo, e i benefici sono molti: aumento dei consumi, riattivazione dell’economia e contemporaneamente metti persone qualificate sul mercato. Inoltre ci svincola dal ricatto del lavoro sottopagato e in nero, liberandoci per sempre dal voto di scambio.

Per preparare la nostra proposta siamo partiti dallo studio delle misure già esistenti in Europa. In Finlandia il primo ministro sta pensando di introdurlo incondizionato alla nascita, diminuendo contestualmente le ore lavorative: è l’evoluzione di un “welfare sano” che i paesi intelligenti stanno portando avanti e che hanno ispirato la nostra proposta. Welfare sano vuol dire unire flessibilità a sicurezza, cioè formazione continua in azienda e sostegno al reddito in caso di perdita del lavoro.

Molte parti della nostro proposta di legge le abbiamo riproposte come emendamenti e qualcosa è passato diventando legge come per esempio le nostre misure migliorative del portale ministeriale “cliclavoro”, per il quale sono stati spesi soldi pubblici ma che non sfrutta appieno funzioni e potenzialità.

Molte le domande dal pubblico. Qualcuno solleva dubbi sul fatto che il furbo di turno che lavora in nero ma risulta disoccupato potrebbe ricevere il reddito di cittadinanza. Pronta la risposta di Catalfo: l’obbligo di formazione, ricerca attiva di lavoro e il volontariato per 8 ore settimanali non consentono di portare avanti contemporaneamente altre attività di questo genere.

Il reddito è misura di dignità,anzi di normalità – nel suo intervento il deputato Alessio Villarosa che allarga il suo intervento anche sul tema banche –  Si è passati da un sistema bancario pubblico edi reale interesse generale a .qualcosa di molto diverso e pericoloso. Abbiamo chiesto al sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta, di ritirare il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea sui contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobiliari residenziali. Operazione pericolosa perché non sarà più un giudice a decidere se pignorare la nostra casa ma potrà farlo in autonomia una banca privata. Se il cittadino infatti è in ritardo con il pagamento delle rate del mutuo, anche non consecutive, le banche potranno entrare direttamente in possesso dell’immobile e metterlo in vendita per soddisfare il proprio credito. Misura contro la quale ci opporremmo in tutti i modi.

Qualche ora fa abbiamo invece incontrato gli azionisti della Banca Popolare di Vicenza –  continua Villarosa-  Diciamo No alla trasformazione in Spa, come No avevamo detto al decreto banche popolari con il quale è stato sancito che alcuni istituti debbano diventare per forza Spa in base a una soglia di attivi assolutamente arbitraria.

La bad-bank? Un’intesa di cui gioveranno solo gli istituti di credito, che potranno tentare di ripulirsi dai loro crediti deteriorati continuando a fare ciò che hanno sempre fatto, truffare risparmiatori inconsapevoli. Un contenitore che darà la facoltà alle banche di prendere i loro crediti deteriorati, impacchettarli in prodotti cartolarizzati (come gli ABS, Asset-Backed Securities) e venderli sul mercato a investitori istituzionali. Che poi, come già successo in passato, potrebbero “nasconderli” in prodotti destinati ai semplici risparmiatori. Strumenti che l’investitore-risparmiatore di turno acquisterà inconsapevolmente in piccola percentuale ma in modo distribuito.

Sono tra i deputati sospesi perle proteste in aula contro il decreto mutui e ne sono fiero – così inizia ilsuo intervento il deputato di Noventa Padovana Marco Brugnerotto – Abbiamo fatto tante cose che sembravano impossibili tra cui rinunciare a 42 milioni di euro di rimborsi elettorali. E sembrava quantomeno strano che dei politici italiani potessero dimezzarsi lo stipendio, noi lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo e quei soldi li restituiamo alla gente depositandoli nel fondo per le piccole medie imprese. Due notti abbiamo passato davanti al ministero per ottenere l’iban per effettuare i versamenti, alla fine l’abbiamo ottenuto. Nulla è impossibile, basta volerlo.

Matteo, di Loreggia, racconta l’esperienza della moglie, tra le prime in Veneto ad ottenere il microcredito per la realizzazione di un portale che incrocia le richieste di quanti cercano una location per feste e matrimoni e le location stesse. Servizio gratuito e comodo per chi cerca, e vetrina per proprietari e gestori. Dopo anni di lavoro sottopagato nell’ambito di organizzazione eventi è sorta la consapevolezza e l’esigenza di poter iniziare una attività in autonomia. Io ero in cassa integrazione e servivano soldi per poter partire con il progetto. I media non parlavano di microcredito ma fortunatamente abbiamo saputo di questa opportunità e ci siamo rivolti al consulente del lavoro che ha avviato la procedura. E nel giro di qualche mese abbiamo ottenuto il finanziamento

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